Mangia al caldo, dormi al freddo, recita il saggio popolare. Se di giorno in casa è necessaria una temperatura “primaverile”, di notte può scendere a 16 gradi. Lo stabilisce l’articolo 1117 del Codice Civile, che regola il riscaldamento condominiale.
Di giorno la temperatura massima garantita per legge è di 20 gradi, con una tolleranza di 2 gradi in più o in meno.
L’amministratore è obbligato a esporre un cartello che indica l’orario in cui sono accesi i termosifoni, senza superare le 14 ore al giorno, a seconda della zona di residenza. E chi volesse tenere il riscaldamento a una temperatura inferiore? Se più della metà dei condomini è d’accordo, l’assemblea condominiale può stabilire di abbassare il riscaldamento o di tenere accesi i termosifoni per meno ore, anche a seconda di quanto fa freddo. Ne guadagna l’ambiente e la bolletta. Ma da sola la temperatura giusta non basta: a questa deve corrispondere il giusto livello di umidità.
L’indice Humidex, utilizzato per valutare il benessere biometereologico dell’uomo in relazione all’umidità e alla temperatura, colloca il rapporto ideale tra i 18-24 °C di temperatura e il 40-60% di umidità.
Un buon livello di umidità aumenta la sensazione di caldo percepito, mentre un tasso di umidità troppo basso aumenta l’evaporazione cutanea facendo raffreddare il corpo più in fretta. Inoltre l’aria secca può inaridire le mucose e irritare le vie aeree, causando mal di gola e mal di testa. Per mantenere il giusto livello di umidità in casa, l’ideale è un buon umidificatore, dispositivo relativamente al quale è possibile vedere questo sito per i dettagli, se il livello è troppo basso.