Qual’è il peso giusto per me? Quanto dovrei pesare? È la domanda che ricorre abitualmente negli studi medici quando, col passare degli anni, ci si accorge che il peso corporeo non rimane stazionario ma tende progressivamente ad aumentare. Con l’avvento dei computer e è stato facile evidenziare un rapporto tra il peso corporeo degli assicurati e le condizioni fisiche.
I numerosi studi epidemiologici condotti in tutto il hanno confermato in maniera incontrovertibile che nelle diverse fasce d’età, ma in particolare in quelle più avanzate, sono le persone col maggiore eccesso di peso a essere a rischio. Tuttavia, l’esatta determinazione del «peso ideale», per età, sesso e conformazione fisica, è tutt’altro che semplice, e se fissata in termini troppo rigidi rischia perfino di essere arbitraria Dal punto di vista clinico, quando si parla di peso ottimale, desiderabile o ideale, non ci si riferisce a un peso esatto ma ad un intervallo, relativamente ampio, in cui il peso può oscillare senza aumento dei rischi. Ci si riferisce, cioè, a una fascia di peso entro la quale si ha il minimo di rischio per la salute e contemporaneamente la migliore efficienza fisica. Al di sopra, ma si badi bene anche al di sotto della banda di oscillazione, il rischio comincia a farsi più alto.
Gli studiosi hanno proposto svariati metodi per identificare il «peso ideale», ma il parametro di riferimento più idoneo è certamente quello della statura. Esiste ormai un accordo nel mondo scientifico per esprimere il rapporto peso/statura con una sola cifra, l’IMC, indice di massa corporea, che viene calcolato automaticamente anche da molte bilance elettroniche.
Facciamo un calcolo semplice: un soggetto adulto del peso di 70 kg e di 1,65 m di altezza, non importa né l’età, né il sesso , avrà un IMC di 25,7 pari al risultato di 70 (il peso) diviso 2,72 (il prodotto dell’altezza per se stessa). A questo punto, per interpretare il significato dell’indice di 25,7 basta rifarsi alle fasce predisposte dagli esperti per la valutazione dell’IMC.
I limiti di oscillazione dell’indice sono i seguenti:
meno di 18,5 = sottopeso
tra 18,5 e 24,9 = normalità ponderale
tra 25 e 29,9 = sovrappeso
oltre 30 = obesità
oltre 40 = grande obesità (di interesse chirurgico).
II soggetto del nostro esempio, dunque, comincia ad essere in sovrappeso. Si tratta di poca cosa, ma dovrà essere informato che sta uscendo dalla zona di massima sicurezza teorica. L’esperienza dei medici che lavorano nel settore dell’obesità insegna che, se non si prende subito qualche contromisura, anche un modesto sovrappeso è destinato ad aggravarsi, soprattutto con l’avanzare dell’età, per una serie di fattori fisiologici e socio-comportamentali.